Scritto il
June 23, 2021

Porti della Cina meridionale: Ritardi e congestione peggiorano

All Shipments

Gli anni 2020 e 2021 hanno portato gravi scompensi economici e sanitari in tutto il mondo. Purtroppo però, per certi versi, non è ancora finita. Il mondo delle spedizioni internazionali è stato un settore molto colpito. Specialmente, quello delle spedizioni navali e dei container.

Tra personale ammalato e ingorghi di navi cargo, il settore marittimo ha davvero incassato un duro colpo. Giugno, inoltre, non è stato un mese fortunato. Nella Cina meridionale continua ad aumentare l'impatto dei problemi causati da una nuova congestione nei porti. Addirittura peggiore del blocco di Canale di Suez. Vediamo più nel dettaglio cosa è successo.

Peggioramenti nei porti della Cina meridionale, perché?

Dall'ultimo 21 maggio, nella provincia del Guangdong (che si trova nel meridione della Cina) si sono rilevati circa cento casi di persone contagiate dalla nuova variante Delta di coronavirus. Il Governo ha subito reagito attraverso l'avvio di un programma di test di massa sui numerosi abitanti (per l'esattezza, 14 milioni).

Inoltre, gli è stata fatta la richiesta di non uscire dalle proprie abitazioni se non per motivi di seria necessità. In altre parole, un nuovo lock down. Le conseguenze sono state chiare sin da subito. In quella provincia, infatti, si trova il Yantian International Container Terminal (YICT), che rappresenta uno dei più importanti e trafficati porti al mondo per ciò che riguarda il trasporto di container.

Dopo le misure restrittive emesse dalle autorità per combattere il nuovo focolaio di contagi, però, il porto si è fermato. Questo nuovo blocco, seppur temporaneo, per gli esperti rappresenta ugualmente una seria minaccia poiché arrivata in un periodo già molto provato da questo genere di problematiche.

Infatti, dopo le prime ondate della pandemia, il commercio marittimo è stato scosso anche da un altro fenomeno, ovvero quello del blocco del canale di Suez, che ha inevitabilmente portato a gravi ritardi e squilibri. Questa volta, i problemi sono derivati dai tempi di attesa per i lavori di disinfezione delle navi e i periodi di quarantena di tutte le persone che si sono ammalate.

Queste condizioni hanno causato un grande ingorgo di navi. Alcune ormeggiate, altre sono rimaste ancorate al largo in attesa di poter entrare nel porto. Il tempo medio di permanenza delle navi è diventato di cinque lunghi giorni. Nel frattempo, aumenta anche l'accumulo dei container che non riescono ad essere imbarcati.

Purtroppo questi problemi di congestione non riguardano solo il porto di Yantian, ma anche quello di Nansha e quello di Shekou che si trovano nelle vicinanze. In altre parole, l'insieme di questi tre porti rappresenta uno dei principali sbocchi sul mare del commercio cinese e questo grande blocco lo ha fermato.

I dati della nuova congestione nella Cina meridionale

Gli esperti sono entrati in azione e Maersk, la più grande società al mondo di navi mercantili, ha affermato che la produttività del porto di Yantian è solo al 30% del suo normale regime. Questo ha comportato un cambio di rotta delle altre navi che, anziché dirigersi verso i porti di Shenzhen, hanno cambiato totalmente la loro destinazione e, spesso, saltando anche le tappe prestabilite.

Così, ancora una volta il settore delle spedizioni marittime si trova ad affrontare grandi difficoltà e a gestire problemi come la carenza di container e il fenomeno del  blank sailing, che già persistevano dalla prima ondata pandemica e poi dal blocco del canale di Suez.

Ma veniamo ai dati specifici. Da questo problema si calcola un impatto su oltre 100 partenze dalle compagnie di trasporto container principali. Inoltre, Maersk ha dichiarato che i clienti dovevano aspettarsi ben 15 giorni di ritardo a Yantian e che i tempi di sosta medi avrebbero superato più di 18 giorni.

Il Ocean Network Express (ONE), cioè il sesto più grande vettore di container, ha dichiarato che ci sono circa 120 partenze che non rispettano la propria rotta e che preferiscono attraccare in altri porti. La stessa Maersk ha elencato più di 40 delle sue partenze che non hanno più toccato il porto di Yantian.

Purtroppo, si prevede un ulteriore aumento delle tariffe dei container, già arrivate a livello record negli scorsi mesi rendendo il periodo di recupero ancora più complicato per le imprese e i consumatori stessi. Ma non saranno le uniche tariffe a salire. Infatti, si stima che questa nuova congestione avrà come conseguenza anche l'aumento delle spedizioni al di fuori della Cina.

Allo stesso tempo, per ovvie ragioni, sta diminuendo anche la disponibilità di container nella Cina meridionale. Per l'esattezza, il porto di Yantian ha subito un calo del 19% di container, il porto di Nansha un calo del 16,4% e il porto di Shekou un calo di quasi il 30%.

Quali potrebbero essere le conseguenze?

Per fare il punto, a inizio anno la Cina ha avuto difficoltà a reperire container. Più tardi, poi, sono subentrati anche i problemi legati al blocco di Suez. Infine, ora, la Cina meridionale è vittima di un nuovo focolaio di contagi.

A Hong Kong, l'analista della banca di investimenti finanziari Jefferies, Andrew Lee, ha detto: "Il peggioramento del problema della congestione portuale della Cina meridionale è diventato l’ultimo grande problema per il settore delle spedizioni di container".

A causa dell'importanza strategica che hanno i porti di Shenzhen nelle rotte commerciali, questo nuovo blocco potrebbe avere delle gravi ripercussioni sull'intera economia cinese. In particolar modo potrebbe influenzare i costi delle esportazioni. Questo perché negli ultimi mesi la loro domanda è aumentata di molto. Di conseguenza sono aumentati anche i costi delle importazioni negli USA e in Europa.

Per adesso, il dato certo è che la nuova congestione nella Cina continentale meridionale ha già superato, per gravità, i problemi al commercio globale rispetto a quelli causati dalla Ever Given che si è incastrata nel canale di Suez a marzo. Le stime riportano ad un totale di 153 navi colpite direttamente dai ritardi per i problemi in Cina, e un totale di 87 navi per i problemi in Egitto.

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